Natura e progresso: un divario sempre più grande, che si estende a tutti i paesi del mondo. Il rapporto tra l’uomo e l’ambiente sembra ormai definitivamente compromesso e lo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali ha finito per infrangere equilibri delicati, con effetti negativi tangibili in ogni parte del nostro pianeta.
Così, la ricerca di una risposta efficace ai cambiamenti climatici e di un nuovo meccanismo di crescita, rispettoso dell’ambiente, ha preso posto tra gli obiettivi principali dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo delle Nazioni Unite e, dunque, della Cooperazione Internazionale.
E’ questa l’ottica in cui si iscrive il nostro programma in Mozambico, nella provincia della Zambezia, dove per decenni la popolazione è stata esclusa dalla gestione della Riserva Nazionale di Gilé – un tempo ricca di risorse – conducendo pratiche agricole e di sostentamento tutt’altro che sostenibili, come la caccia e il “cut and burn” (pratica del debbio, che prevede l’abbattimento di alberi per fare posto a campi per la coltivazione).
Tutto ciò ha portato al disboscamento dell’area, all’emissione di preoccupanti quantità di carbonio, così come al depauperamento di molte risorse, non ultime quelle animali.
I nostri interventi nella regione, sono pensati proprio per fornire una risposta coordinata allo sfruttamento indiscriminato delle ricchezze naturali, mediando tra le possibilità di sviluppo delle comunità e la necessità di tutelare l’ambiente in cui vivono. Tra questi, il progetto “Conservação de Recursos Naturais na Reserva Nacional de Gilé e suas áreas periféricas, através do fortalecimento das actividades económicas e produtivas das comunidades rurais” – realizzato con il supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – che oggi giunge al termine.
Nel corso di questi 4 anni, abbiamo lavorato al fianco delle 14 Comunità della zona tampone della Riserva, i Distretti di Gilé e Pebane e della Direzione Provinciale della Zambezia, per potenziare la capacità gestionale delle ricchezze naturali a livello locale e per incentivare la produzione sostenibile e la commercializzazione di prodotti agroforestali e pastorali.
Abbiamo creato gruppi di gestione comunitaria, scambiato armi da caccia con strumenti agricoli e organizzato momenti di formazione per diffondere la cultura della biodiversità, non solo in Zambezia, ma anche in Italia, nel riconoscimento del forte legame tra la protezione del patrimonio naturale del continente Africano e la salute dell’ecosistema “mondo”.
Oggi, 5 marzo 2018, i rappresentanti delle comunità beneficiarie, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e delle Autorità locali, ci hanno raggiunti a Quelimane, per la cerimonia di chiusura del nostro progetto.
Una cinque ore per ripercorrere ciò che è stato fatto, ma soprattutto per una riflessione sul valore della salvaguardia ambientale per lo sviluppo sostenibile nell’area, arricchita dagli interventi degli esperti dell’organizzazione locale ORAM, di Edison Rwodzi, consulente internazionale, e dell’Amministrazione della Riserva Nazionale di Gilé.
Portiamo a termine questo intervento con la certezza di aver contribuito ad un cambiamento culturale necessario per le comunità locali, ma consapevoli che il raggiungimento di un nuovo equilibro tra l’uomo e la natura nell’area sarà il prodotto finale di uno sforzo costante e durevole.
Non si fermano, infatti le nostre attività nel Paese, dove continuiamo a collaborare con la popolazione e le istituzioni locali.
Per saperne di più:
https://www.cosv.org/progetti/aree-di-intervento/africa/mozambico/