Il conflitto che affligge il Darfur è forse una delle crisi umanitarie più devastanti al mondo: negli ultimi 8 anni sono state circa 200.000 le persone che hanno perso la vita e 2 milioni le persone costrette ad abbandonare la propria casa. La popolazione vive in una situazione di continua insicurezza.
Nel corridoio settentrionale del West Darfur, la violenza e la presenza di gruppi armati, insieme ai movimenti della popolazione e l’aumento della povertà hanno aggravato la già precaria situazione sanitaria e sono comparsi focolai di epidemie come il morbillo, la pertosse, l’itterizia acuta e la parotite. Grazie all’intervento che abbiamo realizzato nel 2011 insieme al Ministero della Salute e la Mezzaluna Rossa Sudanese, il rischio di scoppio di epidemie è rimasto sotto controllo.
Con il progetto THINK si vuole ora migliorare l’accessibilità e la disponibilità dei servizi sanitari preventivi e curativi, dando particolare attenzione alle donne e ai bambini. Si tratta nel complesso di un programma di intervento sanitario, che coinvolge le comunità più colpite dal conflitto: i profughi, le famiglie rimpatriate, la popolazione locale e gli sfollati provenienti dal West e North Darfur.
Nella città di Kulbus e in 10 villaggi dell’area si rafforzano i Centri e le Unità di Salute Primaria, sia con un programma formativo per il personale, sia con attività sanitarie specifiche come la campagna di vaccinazione per i bambini prevista dal Ministero della Salute. I Centri sanitari rafforzano così la risposta e il controllo dello scoppio di epidemie e sono in grado di garantire cure adeguate alla popolazione, in particolare alle donne in gravidanza per le cure pre e post parto. Un’azione importante di sensibilizzazione è inoltre organizzata presso la comunità.