In Somalia, la congiuntura di conflitti e disastri naturali ha causato migliaia di sfollati all’interno del paese. Nella sola città di Mogadishu vivono attualmente circa 120,000 sfollati, di cui un numero sempre crescente affolla l’area denominata “Zona K”, dove donne e ragazze -in particolare- sono esposte a violenze, sfruttamento e pratiche dannose per la loro salute ed incolumità.
Alla luce di questo contesto, il progetto si propone di creare e rafforzare la protezione e la sicurezza di circa 11,000 donne, ragazze, uomini e ragazzi sfollati nei campi di Kabka, Hersi-Ruug, Madag, Mabda, Maryama (Zona K) sopravvissuti a violenze o potenzialmente vittime delle stesse. Con questo obiettivo, verranno forniti, tramite 5 cliniche mobili, servizi sanitari volti a garantire un primo intervento di emergenza e un supporto psico-sociale per le vittime di violenza, con un sistema di riferimento a strutture secondarie dei casi più gravi. Inoltre, le famiglie in cui uno o più membri sono stati vittime di violenza o altri gruppi particolarmente vulnerabili verranno supportati con mezzi di sostentamento accompagnati da appositi training, in modo da poter dare loro la possibilità di sopravvivere dignitosamente e di garantire un futuro per le proprie famiglie.
Allo stesso tempo, il progetto prevede l’implementazione di un vasta campagna di sensibilizzazione su tematiche relative alla violenza e alla protezione dei gruppi più vulnerabili attraverso la costituzione di 5 comitati per la protezione delle donne e il supporto di promotori comunitari e leader comunitari.