La nuova Legge 11 agosto 2014 n.125, Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, riconosce “soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo italiana” non solo le amministrazioni e gli enti pubblici e le organizzazioni senza finalità di lucro della società civile ma anche, e per la prima volta, i soggetti privati con finalità di lucro. Viene cioè riconosciuta la potenzialità del settore privato di generare crescita e sviluppo inclusivo e sostenibile nei paesi partner, sia investendo risorse proprie, sia in partenariato con governi, ong, organizzazioni internazionali, in attuazione delle finalità della legge.
Si tratta di un’innovazione importante, in una legge che “mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui principi di interdipendenza e partenariato”, riconosce “la centralità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria” e persegue, tra gli altri, gli obiettivi fondamentali volti a sradicare la povertà e ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, tutelare e affermare i diritti umani, la dignità dell’individuo, l’uguaglianza di genere, le pari opportunità e i principi di democrazia e dello Stato di diritto” (art.1). Le finalità e i principi, con i relativi impegni e vincoli, che fino agli anni passati sono stati patrimonio dei soggetti pubblici e dei soggetti non profit della società civile, sono proposti, nel nuovo contesto delle relazioni internazionali, al settore privato profit.