LA SCUOLA AL PRIMO POSTO!

I dati del Programma di Sviluppo dell’Istruzione per il periodo 2005-2015 in Macedonia sono piuttosto chiari: solo un bambino Rom su dieci completa il ciclo di scuola elementare, il 24% dei Rom di età superiore a 25 anni sono analfabeti e la percentuale di donne non istruite raggiunge il 50%. Nonostante l’obbligo giuridico, sono molti i bambini Rom che non finiscono la scuola elementare. E tra quelli che riescono a completare il primo ciclo di istruzione, solo il 20% continua con la scuola secondaria .

Ma quali sono i fattori che concorrono al difficile inserimento dei bambini Rom nel sistema scolastico macedone? Un primo ostacolo è legato al basso livello di istruzione dei genitori e l’assenza di una consapevolezza dell’importanza della formazione, uniti al fatto che spesso i bambini si devono spostare per seguire il lavoro stagionale dei genitori, non hanno ambienti idonei per lo svolgimento dei compiti o sono coinvolti in lavori minorili.

D’altro canto, le istituzioni della Macedonia non hanno gli strumenti adatti per favorire l’inclusione scolastica dei bambini Rom: manca una rete stabile tra scuole materne ed istituzioni scolastiche e troppo spesso i docenti innescano atteggiamenti inadeguati che rafforzano la segregazione, la discriminazione e gli stereotipi.

Il processo di decentramento del sistema scolastico, insieme ai progetti portati avanti dalle ong e delle autorità locali, hanno stimolato un processo di diminuzione del tasso di abbandono, ma per riuscire a produrre un cambiamento significativo è necessario che vengano prese nuove misure sia a livello locale che a livello nazionale. Il tasso di abbandono dei bambini nel sistema educativo elementare è un problema difficile da risolvere e richiede azioni a lungo termine e impegno da parte di tutti i soggetti interessati della società .

Come intervenire per favorire l’inserimento dei bambini Rom e diminuire il tasso di abbandono scolastico? In un lavoro congiunto con le scuole primarie “Dobre Jovanoski ” di Prilep  e “Gjorgi Sugarev ” di Bitola, il dipartimento locale per l’istruzione e le associazioni AHP e Bairska Svetlina, grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea, abbiamo sviluppato un programma di 18 mesi che interverrà a diversi livelli.

L’attenzione è in primo luogo sui bambini: coinvolgeremo 200 bambini Rom sotto ai 12 anni che hanno abbandonato la scuola o non hanno mai iniziato la scuola elementare, li seguiremo nel processo di inserimento e li supporteremo nel fare i compiti e organizzeremo attività extrascolastiche, workshop e laboratori per bambini rom e non rom. Con queste attività, promuoveremo percorsi di socializzazione, tolleranza e approccio multiculturale. Una novità del progetto è la creazione di unità mobili coordinate da formatori ed educatori di strada di etnia Roma, in grado di assistere le famiglie e i loro figli, tramite interventi di sostegno psicologico e pedagogico mirati alla riduzione del tasso di abbandono scolastico e di integrazione nei canali di istruzione formale.

Anche i docenti saranno al centro del programma, con corsi di formazione per favorire l’insegnamento in ambienti multiculturali, dove conoscere e dare valore alle diversità. Anche la mediazione e la gestione dei conflitti saranno temi da approfondire, per migliorare la relazione con i genitori e il loro interesse nella formazione dei figli.

Per riuscire a fornire assistenza psicologica e pedagogica ai bambini di strada e ai genitori, verranno inoltre istituiti dei gruppi di intervento sociale mobili, attivi fuori dai circuiti educativi formali.

In numeri? Il nostro obiettivo è di favorire il reinserimento scolastico di 200 bambini Rom che hanno abbandonato la scuola o non hanno mai iniziato le elementari, migliorare la qualità dell’istruzione e limitare il tasso di abbandono per 500 bambini Rom a Bitola e 850 a Prilep, migliorare le competenze nella gestione di ambienti multiculturali di almeno 60 insegnati e incoraggiare 200 genitori a partecipare e sostenere la vita scolastica dei figli.