Come hai iniziato a lavorare per il COSV?
Sono arrivato al COSV nel giugno del 2003. A quell’epoca lavoravo in una banca commerciale dove il COSV aveva aperto un conto corrente; un giorno un amministratore espatriato con cui solitamente avevo a che fare mi ha offerto di lavorare per il COSV nell’amministrazione. In quel periodo l’idea di guadagnare uno stipendio in dollari era davvero interessante, così ho colto al volo l’opportunità!
Cosa significa per te lavorare in una ONG internazionale?
Le organizzazioni non governative internazionali in Zimbabwe sono enti stabili e ricevono fondi direttamente da donatori internazionali come l’Unione Europea, USAID, WFP etc. Questo fa sì che queste organizzazioni siano dei datori di lavoro molto affidabili oltre ad essere i principali attori nella lotta alla povertà che colpisce la popolazione rurale e le persone svantaggiate in tutto il paese.
Come ti posiziona il fatto di lavorare per una ONG nella tua società?
Le ONG internazionali e il loro staff sono molto rispettati nelle comunità in cui operano ed essere un “aid worker” dà davvero molte soddisfazioni perché il tuo impegno è volto a migliorare le condizioni di vita per i più svantaggiati. Le comunità ci vedono come salvatori e ci chiedono continuamente di intervenire dove il governo non riesce ad arrivare perché ha poche risorse, soprattutto da dedicare ai servizi sociali.
Quale pensi che sia l’impatto del lavoro che stai facendo?
Nelle comunità in cui lavoriamo le condizioni di vita sono molto migliorate: c’è una maggiore sicurezza alimentare e sono stati anche incrementati i servizi sanitari. Il programma HIV/AIDS ha finalmente ridotto l’incidenza della trasmissione dell’HIV dai genitori ai nuovi nati e all’interno della fascia di popolazione sessualmente attiva attraverso le campagne di awareness; d’altra parte abbiamo anche garantito le cure alle persone già infette, che possono così vivere meglio e più a lungo.
Quali cambiamenti, delusioni, soddisfazioni hai vissuto durante questi anni?
C’è stato un periodo molto difficile tra il 2007 e il 2008, in cui, a seguito di una enorme crisi economica, era difficile reperire qualsiasi cosa. Per il resto però il mio lavoro mi ha dato grandi soddisfazioni. L’unica delusione è quando delle buone proposte progettuali non vengono finanziate o cessano i finanziamenti per un progetto attivo, per esempio questo è accaduto con un progetto per la popolazione disabile con HIV che stava beneficiando un settore della popolazione davvero in difficoltà.
Quale è stata l’esperienza più significativa di questi anni?
Certamente è stata sopravvivere al periodo nero del 2007 e 2008 quando l’economia è completamente collassata e non c’erano beni disponibili sul mercato.