Grazie al programma di borse di studio istituito da COSV in Perú ed Ecuador é stato possibile determinare la quantità di carbono assorbito da una specie forestale emblematica del bosco secco: il Gualtaco (Loxopterigium Huasango Sprunce), che cresce sugli scoscesi pendi della zona frontaliera tra il Perú e l’Ecuador e che, nonostante le precarie condizioni meteorologiche esasperate dal cambiamento climatico in corso, continua a “lavorare” in difesa dell’atmosfera.
Per portare a termine la ricerca lo studente ha dovuto “sacrificare” un solo Gualtaco (con un diametro all’altezza del petto DAP di 51 centimetri), la cui biomassa totale umida é risultata pari a 2.900 kg.
Mediante l’essicazione di alcune parti dell’albero é stato possibile determinare il peso secco della sua biomassa (tronco, rami e chioma) e, poi, applicando un complesso sistema basato sulla misurazione del calore prodotto dalla combustione di pochi centimetri cubi di legname, si é potuto calcolare che il solo albero in questione aveva catturato, estraendolo dall’aria, ben 480 kg. di carbono.
Benché quest’anno la siccità abbia impedito agli agricoltori di produrre il mais necessario per l’alimentazione delle loro famiglie, i gualtachi e l’intero bosco secco hanno continuato l’opera di “pulizia atmosférica”; senza che il mondo si mostri sensibile alla povertà della sua popolazione e, men che meno, si dichiari disposto a pagare per questo servizio ambientale; …a maggior ragione sapendo che qua, in quest’angolo sperduto di bosco secco, nessuno si sogna di protestare contro il mondo “civilizzato” che ogni giorno riversa nella’aria 22 milioni di tonnellate di carbono colpevoli dell’effetto serra.