Il 18 e 19 marzo, al Palazzo dell’Unesco di Beirut, due ragazze in tailleur rosso giravano tra il pubblico degli “EU – Lebanon Cooperation Days” con vassoi di frutta e ortaggi: offrivano carote, banane, mandarini e mele, ne chiedevano indietro le bucce ed i residui, li immettevano in un contenitore e, per ogni “rifiuto organico” immesso, si accendeva una piccola lampadina sul vassoio. Com’è che dalle carote si produce energia elettrica?
Ce l’hanno chiesto in molti, allo stand che abbiamo allestito all’interno della manifestazione organizzata dalla Delegazione dell’Unione Europea in Libano per far conoscere i progetti di cooperazione che l’Unione Europea sta finanziando nel paese. Presentavamo il progetto “CleanEnerTec”, per la promozione dell’uso di energie pulite rinnovabili e di misure per il risparmio energetico in Libano, attraverso la costruzione di un impianto di biogas a Baalbek, nella valle della Beqaa.
Impianti di questo tipo sono già presenti e funzionanti in Europa ed in altre parti del mondo, ma per il Libano si tratta di un progetto pilota e innovativo: in un paese dove l’elettricità pubblica funziona solo per poche ore al giorno e per il resto ci si deve affidare a generatori diesel privati, le energie rinnovabili significano poter ridurre i costi dell’energia elettrica.
Biogas e produzione di elettricità dai rifiuti organici sono concetti nuovi per la società libanese, e spiegati con tecnicismi e particolari di processi ingegneristici perdono immediatamente di appeal. Come fare, quindi, per coinvolgere la popolazione e far capire cosa stiamo facendo a Baalbek? Ce lo siamo chiesti pensando agli “EU – Lebanon Cooperation Days” e ne abbiamo parlato con i ragazzi di Waraq, un’associazione di giovani artisti e creativi libanesi. E ci si è accesa la lampadina!
L’idea di poter vedere direttamente l’accensione della lampadina dalla buccia di un mandarino, di una mela o una banana ha incuriosito tantissimo il pubblico, che si è presentato allo stand con interesse. Abbiamo parlato del progetto con studenti di scuola e di università, membri di ong, associazioni, enti locali, imprenditori, esperti e consulenti di altri progetti europei. Qualche dubbio a qualcuno è rimasto, come al titolare di un’azienda agricola libanese che, non avendo forse capito bene tutto il progetto, insisteva per venderci una grossa partita di mele così che avremmo potuto produrre ancora più elettricità!
Il coinvolgimento della popolazione è fondamentale per questo progetto, e gli “EU – Lebanon Cooperation Days” sono stati un’occasione importante per spiegare come dai rifiuti organici raccolti dalla Municipalità di Baalbek immessi nell’impianto, si innescherà un processo di fermentazione anaerobica, si produrrà gas metano che, a sua volta immagazzinato e bruciato da uno speciale generatore, produrrà elettricità. E i benefici saranno sia per l’ambiente che per l’economia libanese.