Il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità dei disastri ambientali su scala globale. In paesi come il Mozambico, le conseguenze di questi fenomeni sono più tangibili che altrove, con ricadute graduali ma durevoli sulla produzione alimentare e dunque sull’accesso al cibo di molte comunità, così come sull’economia e le possibilità di sviluppo.
Porre un freno allo sfruttamento incondizionato delle risorse, alle emissioni di carbonio e al disboscamento è un primo passo essenziale per lavorare sulla resilienza della popolazione mozambicana, il cui sviluppo è strettamente legato alla salute dell’ambiente.
Questo processo non può essere imposto dall’alto, ma deve partire da un cambiamento culturale, dalla percezione delle comunità del valore delle risorse di cui dispongono. Per questo, il nostro programma di cooperazione nelle aree circostanti alla foresta di Gilè in Mozambico, mira a mediare tra le possibilità di crescita delle comunità e la tutela del patrimonio naturale, partendo proprio dall’educazione ambientale e nutrizionale.
Grazie al supporto dell’Unione Europea, abbiamo costruito un programma di formazione per tecnici e insegnanti, per la divulgazione di informazioni essenziali e l’apertura di un dialogo costruttivo sugli aspetti ecologici, sociali e legislativi più urgenti a livello locale.
Lavoriamo con i responsabili della gestione della Riserva di Gilè, l’Università di Maputo, i coordinatori scolastici, le autorità locali, per diffondere in maniera capillare all’interno delle comunità la cultura della sostenibilità.
Organizziamo frequenti momenti di scambio e dialogo per la sensibilizzazione sul cambiamento climatico, per l’introduzione di nuove pratiche igienico-sanitarie, per informare la popolazione sui programmi governativi e sulla gestione comunitaria dei rifiuti.
Nell’ultimo mese, abbiamo coinvolto un totale di cinquantadue insegnanti di trenta scuole in quattordici diverse comunità in seminari di formazione partecipativa, indirizzati a docenti di svariati ambiti disciplinari.
Incontri per aprirsi al confronto e al dibattito, da cui è emersa la dimensione trasversale dell’educazione ambientale, la sua stretta interconnessione su piano teorico, così come su quello pratico, con la sostenibilità, la parità di genere, la cultura.
È importante che queste riflessioni non si esauriscano, che non rimangano circoscritte ai momenti di formazione. Per questo, nel corso dei seminari – insieme ai tecnici responsabili dell’educazione ambientale della Direzione Provinciale Terra Ambiente e Sviluppo Rurale della Zambezia – abbiamo promosso la nascita di Club Ambientali, organizzazioni di studenti ed insegnanti che, grazie al patrocinio del COSV, potranno amplificare la portata del nostro messaggio: le risorse appartengono alle comunità, sta a loro tutelarle e farsi voce di cambiamento e sviluppo.