Dopo 15 anni di attesa, il primo passo per la riforma della legge di cooperazione è fatto! Noi delle ONG ci abbiamo lavorato tanto e aspettiamo la fine di questo infinito iter legislativo, per cambiare pagina, ricominciare con un po’ di entusiasmo, dopo anni e anni di grigiore e insoddisfazione.
“Un altro passo, piccolo ma importante, sulla strada delle riforme, alla vigilia dell’inizio del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea”. Commenta così l’approvazione in prima lettura, da parte dell’aula del Senato, della riforma della cooperazione allo sviluppo, il relatore del disegno di legge, il vicepresidente dei senatori del Pd, Giorgio Tonini. “Ora la palla passa alla Camera – continua Tonini – ma la larghissima maggioranza che ha approvato la riforma a Palazzo Madama, con la sola astensione della Lega e di Sel, fa sperare in un rapido e positivo iter anche a Montecitorio”. Tra i punti principali della riforma, Tonini ricorda “il cambio di nome del titolare della Farnesina, che diventa ministro degli affari Esteri e della cooperazione internazionale, a indicare la centralità di questo tema nella politica estera italiana; l’obbligo di nominare un viceministro dedicato alla cooperazione, con il compito di fare da regista delle tante iniziative nazionali e locali oggi scollegate tra loro; l’istituzione, sul modello di altri grandi paesi europei, di un’Agenzia per la cooperazione italiana come strumento di gestione unitaria delle iniziative; l’impegno a rientrare gradualmente nei parametri internazionali di contribuzione alla cooperazione allo sviluppo, fissati dagli accordi internazionali allo 0,7 per cento del PIL entro il 2015, mentre oggi l’Italia arranca ad un modesto 0,2”. “Con questa riforma – conclude Tonini – l’Italia sta dotando la sua politica estera e più in generale la sua proiezione internazionale di uno strumento più efficace, che avrà ritorni importanti per il nostro paese, sia sul piano economico che su quello politico, tanto più data la posizione geopolitica dell’Italia, naturale proiezione dell’Europa nel Mediterraneo”. (fonte ANSA)