Non e’ da oggi che anche nella cooperazione internazionale ci si confronta con il fattore della ‘sostenibilita’. Vale a dire: la vera sfida davanti alla quale poniamo il progetto non e’ quella di conseguire, realizzare (un ospedale, una scuola, servizi igienici ad uso di un centro comunitario o un punto d’acqua) ma quella di riuscire ad attivare un meccanismo che, sviluppato in seno al sistema entro il quale si sta operando, possa garantire nel tempo la fornitura del servizio introdotto o supportato attraverso le azioni del nostro intervento.
Nel caso del Mozambico, l’assistenza ufficiale allo sviluppo (ODA) si materializza principalmente nella forma di budget support, con un ammontare del budget support che ha superato nel 2007 il 50% del bilancio pubblico. E se da un canto il paese e’ preso ad esempio per i risultati che gli e’ stato dato conseguire a partire dal 1992 – anno in cui la firma di un trattato di pace ha fatto chiudere i conti con un conflitto interno durato 25 anni – in termini di sviluppo economico e di attuazione di una politica di ‘buon governo’, nella realta e’ desta una preoccupazione: chi paga in ultima misura gli effetti generati sul paese e sulla cultura qui prodotta da una cronicizzazione della dipendenza?
E’ anche a partire da questa considerazione che il COSV, nell’ambito del progetto “Sviluppo Idrico e Igiene di base nei Distretti di Lugela e Ile” che sta attualmente implementando in Zambesia, ha scelto di operare fianco a fianco con le strutture locali esistenti, che si tratti di controparte governativa o societa’ civile, seguendo un approccio dal basso.
10 mobilizzatori sociali coordinati dall’associazione locale partner di progetto CeCoHas sono dislocati sul territorio dei due distretti ‘target’ e vivono al fianco delle comunita’ condividendone, tra altro, la conoscenza della lingua indigena.
E’ attraverso il lavoro preliminare svolto da tali operatori che il progetto raccoglie ed elabora informazioni e dati, avvicina e si relaziona con le comunita’, quindi acquisisce conoscimento della realta’ territoriale in cui opera.
L’avanzare, in ciascuna comunita’ target, con le attivita’ di costruzione e formazione previste dal progetto e’ preceduto dalla finalizzazione di un accordo che lega il progetto stesso alla comunita’ beneficiaria, definendone impegni reciproci, ruoli e responsailita’. Rappresenta un passo intermedio importante perche’ la sua finalizzazione significa essere riusciti con successo a passare attraverso le fasi di: incontri preliminari con le comunita’ effettuati dai mobilizzatori che operano sul progetto, verifiche dei bisogni, degli intenti e del senso di aggregazione comunitaria esistenti, rilievi di campo condotti dal personale tecnico di progetto, analisi di qualita’ dell’acqua – i campioni prelevati viaggiano mediamente per ca 250 km per raggiungere il laboratorio di analisi piu’ prossimo disponibile – misure e monitoraggi dell’occorrenza di risorse idriche a captare, risoluzione di eventuali questioni interne, per parte della comunita’ stessa, e laddove esistano casi – e ne esiston sempre! – che necessitino di esser discussi e risolti tra i membri del villaggio e la propria lideranza locale (proprietari di machambas lesi dal progetto, reclamanti di diritti particolari sui punti d’acqua, capacita’ e volonta’ locale di assolvere al sistema tariffario richiesto dal Governo Mozambicano che prevede la copertura da parte degli utenti di una tassa di accesso all’uso dell’ acqua, e altri ancora).
Ancora, tale accordo siglato con le comunita’ e’ solo il passo iniziale.
La mobilitazione di forza lavoro e materiali nei cantieri deve rispettare i tempi pertinenti al lavoro comunitario, che si materializza principalmente nella pulizia dell’area di cantiere, l’apertura e pulizia della via di accesso sino al punto raggiungibile piu’ prossimo all’opera da realizzare, la raccolta di materiali disponibili in loco e la costruzione di accampamenti temporanei per i lavoratori del cantiere.
E una volta avviato il cantiere, mentre le opere crescono, cresce anche, attraverso le attivita’ di formazione di Comitati di Gestione Comunitaria e di sensibilizzazione della popolazione rurale su corrette pratiche igieniche e salute ambientale, la capacita’ della comunita’ di mantenere e gestire la propria fonte, quando sara’ lasciata nuovamante tranquilla a occuparsi del quotidiano.
E’ solo attraverso questi passi, che il progetto avanza, ben cosciente che ogni risultato conseguito e’ possibile solo quando le forze localmente disponibili scelgono di operare al fianco del progetto, entrando in gioco con tutta la loro volonta’ e capacita’.