Il Forum della Cooperazione Internazionale, che ha avuto luogo a Milano i giorni 1-2 ottobre 2012, è stato preceduto da tre mesi di confronto su dieci temi considerati prioritari. I temi, formulati in modo da essere accessibili anche ai non-addetti ai lavori, sono stati individuati tenendo conto di studi, opinioni e raccomandazioni che organismi internazionali e centri di ricerca hanno rivolto alla cooperazione italiana, e sono stati accompagnati da alcune parole-chiave. Ai dieci gruppi hanno partecipato circa 400 persone provenienti dalle amministrazioni centrali dello Stato, dagli enti locali e territoriali, dal mondo imprenditoriale, dalle ONG idonee alle piccole Onlus, dalle associazioni dei migranti e del commercio equo e solidale, dai sindacati, dalle banche (Banca d’Italia, fondazioni bancarie, credito cooperativo, etc.), dalle Università, dagli enti per l’adozione internazionale, e da altri attori di cooperazione internazionale. Il processo preparatorio è stato lanciato in occasione del Tavolo interistituzionale sulla Cooperazione allo Sviluppo del 17 aprile 2012. Inizialmente rivolto ai suoi componenti, è stata aperto anche ad esperti e a chi chiedeva di partecipare, con alcune limitazioni riguardo al numero totale. Contemporaneamente, per favorire la circolazione di idee, coinvolgendo anche coloro che non potevano essere in Italia o a Roma, è stata aperto per un mese un canale online con l’obiettivo di raccogliere i contributi esterni, fino al 10 luglio 2012. I gruppi hanno messo allo stesso tavolo attori molto diversi tra loro, allargando la platea degli addetti ai lavori. Assieme alle individualità e alle particolarità delle diverse esperienze è emersa la domanda di un sistema meno frammentato più unito, laddove la messa in rete e le sinergie e tra attori diversi rappresentano un valore aggiunto. Ognuno dei 10 gruppi ha avuto un facilitatore che ha garantito il legame con chi ha promosso il Forum. Nella prima riunione, ogni gruppo ha scelto un proprio moderatore. Entrambi, facilitatore e moderatore, hanno avuto la responsabilità di convocare le riunioni, dirigere la discussione su una traccia di partenza e produrre entro il 10 settembre 2012 il documento di sintesi che facesse stato delle posizioni del gruppo, tenendo conto anche dei contributi online pervenuti. L’obiettivo era da un lato identificare convergenze e raccomandazioni di consenso, e dall’altro confrontarsi sulle divergenze di visione per gli interessi differenti portati dagli attori. I gruppi si sono incontrati ed hanno lavorato anche a distanza. Hanno scelto forme di gestione più adatte alle loro esigenze. Per incoraggiare lo scambio tra i differenti gruppi e l’integrazione e la condivisione di temi e linguaggi, a luglio i facilitatori e moderatori hanno incontrato il Ministro per esporgli l’andamento dei lavori e fare il punto della situazione. Nelle discussioni i gruppi hanno affrontato i nodi principali e per molti sono riusciti a produrre raccomandazioni condivise, a dimostrazione che nonostante le differenti provenienze esistono priorità comuni d’intervento . In altri casi si sono soltanto esplicitate e descritte le distanze. Si è trattato di un vero e proprio cantiere di idee che si sono confrontate e formate. L’incontro di provenienze differenti, in un contesto informale, ma inserito in un processo ufficiale con importanti aspettative di rinnovamento, ha sostenuto lo sforzo dei partecipanti. Si è costruita una forma di linguaggio comune. Il dialogo, il confronto, la conoscenza, lo scambio di informazioni sono state considerate dai membri dei gruppi un valore aggiunto. I testi dei documenti e le raccomandazioni si configurano come i capitoli di un libro bianco con proposte che potranno essere messe in opera già nel 2013. Durante il Forum ciascun gruppo ha presentato le raccomandazioni e i messaggi più importanti che hanno informato il documento finale – il Chair Summary. Si tratta della sintesi politica dei messaggi e dell’atmosfera del percorso del Forum che indica uno stile e dei contenuti condivisi da tutti gli attori di cooperazione, ma che non è una dichiarazione negoziata. E’ una carta d’indirizzi e di valori in cui tutti si riconoscono e le cui parti potranno essere poi messe in opera e modificate nel corso del 2013. Questo volume testimonia e dà valore al lavoro collettivo del sistema Italia di cooperazione internazionaleche ha saputo convocarsi per trovare idee e risorse per uscire dalla crisi.
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