Un fattore chiave per la sopravvivenza al cambiamento climatico? La diversificazione delle colture e l’uso sostenibile delle risorse. E’ questo il cuore del progetto del Cosv, cofinanziato da Regione Lombardia e da Fondazione Cariplo, iniziato lo scorso dicembre nella regione di Piura in Perù, una zona rurale caratterizzata da un’economia di sussistenza e da una forte parcellizzazione degli appezzamenti di terreno.
Il progetto è rivolto ai piccoli agricoltori della regione che vivono una situazione precaria a causa di poche infrastrutture e scarsi servizi, ma anche della volatilità a cui è sottoposta la loro attività; essi infatti sono in balia, da un lato, delle condizioni climatiche che possono determinare un cattivo raccolto, dall’altro, dalla presenza di intermediari che comprano il loro prodotto per rivenderlo alla grande distribuzione determinando i prezzi. Inoltre, negli ultimi 30 anni, si è andata perdendo la varietà delle coltivazioni e l’uso delle sementi prodotte direttamente dagli agricoltori che permettevano la sussistenza delle famiglie, a favore di monocolture frutto di sementi ibride acquistate dalle grandi multinazionali. I rischi che si accompagnano alla scomparsa delle specie native sono seri, infatti nel caso di eventi naturali, epidemie o malattie la sicurezza alimentare è messa a dura prova in quanto non sono più disponibili geni diversi capaci di resistere a queste calamità.
Il progetto ha una duplice direzione: da una parte, vuole agire sul piano istituzionale per garantire l’adempimento delle norme che favoriscono la commercializzazione diretta dei prodotti da parte degli agricoltori e rafforzare le associazioni di agricoltori; dall’altra si focalizza sulla formazione dei coltivatori sulle tecniche che permettono un’agricoltura sostenibile ed ecologica. I 200 beneficiari saranno formati sui metodi di coltivazione sostenibile come ad esempio l’uso di concimi e pesticidi naturali, la rotazione di colture, l’associazione di coltivazioni compatibili, e sull’utilizzo razionale delle scarse risorse idriche. Cento di questi saranno poi coinvolti in un’iniziativa di raccolta, conservazione e riproduzione delle sementi naturali e native in semenzai che permettano di garantire la ricca agro-biodiversità della zona.
Le istituzioni e i produttori locali si sono dimostrati molto sensibili a queste tematiche e il progetto si inserisce nella stessa linea strategica dell’associazione regionale degli agricoltori (ARPPEP) mirando a fornire le risorse per attuare le azioni necessarie. In quest’ottica, l’intervento di formazione non mira a sconvolgere le tradizioni agricole, al contrario vuole supportare il sapere agricolo tradizionale con una visione scientifica che permetta di sistematizzare l’operato dei piccoli coltivatori per la conservazione della biodiversità e la sicurezza alimentare.
La prima fase dal progetto, attualmente in corso, riguarda lo svolgimento di inchieste sul territorio che permetteranno di avere una mappatura esaustiva della regione nelle sue varietà climatiche, idriche e di tecniche agricole e di pianificare così attività di formazione e iniziative pilota ad hoc. Il riscontro da parte degli agricoltori è molto positivo e c’è grande consapevolezza che la diversificazione delle coltivazioni e il miglioramento dell’irrigazione sono fattori cruciali per rispondere alla sfida del cambiamento climatico.